L’antifragilità è la capacità di trasformare le avversità in opportunità e usarle come motore per arrivare alla migliore versione di noi stessi. Una competenza davvero fondamentale per superare i momenti difficili.
In questo periodo di estrema incertezza e difficoltà non possiamo modificare la realtà oggettiva esterna, ma possiamo sempre agire su noi stessi e decidere come reagire a ciò che ci accade. Infatti, possiamo adottare 3 strategie:
- Possiamo scegliere di essere fragili, quindi di farci travolgere dalla vita e spezzarci.
- Possiamo scegliere di essere resilienti, ovvero resistere ed essere flessibili agli eventi senza romperci. Tuttavia, la resilienza è una strategia ci permette sì di sopravvivere, ma rimanendo uguali a noi stessi in un mondo che nel frattempo è cambiato radicalmente.
- Infine, come terza opzione possiamo scegliere di essere antifragili, ovvero di trasformare le avversità in opportunità e usarle come il motore per passare al livello superiore della migliore versione di noi stessi.
La buona notizia è che tutti noi abbiamo la possibilità di diventare antifragili allenando questa competenza, l’antifragilità, giorno per giorno, proprio come si fa con i muscoli in palestra quando solleviamo i pesi, solo che in questo caso la palestra è la vita e i pesi sono le sfide e gli ostacoli che essa ci pone davanti.
Come possiamo quindi allenare il “muscolo dell’antifragilità”?
La chiave sta nel nostro mindset, ovvero l’atteggiamento mentale che abbiamo di fronte agli eventi che ci capitano e sull’interpretazione che gli diamo. Ti propongo quindi 3 approcci per allenare la tua mente ad essere antifragile:
1. VITTIMA O EROE?
Di fronte a una difficoltà (piccola o grande che sia) la vittima si domanda: “perché è capitato proprio a me?”, impostando quindi il suo atteggiamento mentale sulla modalità della lamentela e della critica. Invece l’eroe dice: “Bene, mi è successo questo…ora che si fa? Cosa devo fare per rispondere a questo evento in maniera efficace?”, impostando il suo mindset su una modalità creativa, reattiva e proattiva. E tu chi vuoi essere? Una vittima o un eroe?
2. LA STRATEGIA DEL BILANCIERE
Immaginati un bilanciere: alle sue estremità ci sono due pesi, giusto? Per essere antifragile questi due pesi devono essere costituiti di 2 atteggiamenti che metti in atto contemporaneamente: da un lato energico e deciso, dall’altro cauto e moderato. Questo significa sognare in grande, ma stare attento ad avere solide fondamenta, ovvero una sorta di piano di riserva che ti permetta di proseguire e avanzare anche di poco, ma comunque con costanza e di non mollare del tutto, finché non saranno tornati tempi migliori.
3. CICATRICI COME MEDAGLIE DELL’ANTIFRAGILITÀ
Quando la vita ti calpesta, la cosa peggiore da fare è credere che ci sia qualcosa di sbagliato in te. Non è colpa tua, sei un essere umano e le difficoltà della vita sono un’esperienza comune a tutti noi. Ciò che devi imparare a fare è mettere in pratica l’autocompassione, ovvero essere gentile con te stesso e consapevole del tuo flusso di pensieri, non identificandoti con esso, ma guardandolo come uno spettatore. L’autocompassione è una componente fondamentale dell’antifragilità e ti permette guardare le tue cicatrici pensando “ho combattuto e dato il meglio qui e anche qui” piuttosto che “ho fallito qui e anche qui”.
Anche le organizzazioni potrebbero imparare ad essere antifragili, contribuendo a far sviluppare l’antifragilità alle proprie persone. Per le organizzazioni, infatti l’antifragilità è un’importante strada per l’innovazione, perché permette di crescere e migliorarsi attraverso gli errori e le difficoltà, sfruttando condizioni di incertezza e precarietà massima tipiche di questo periodo.
Se vuoi, guarda il video di Luca Mazzucchelli sull’antifragilità e sulla sua importanza al lavoro, qui
Inizia ora il tuo percorso di crescita professionale gratuito.
Iscriviti subito alla Newsletter di Skill Factor: https://skillfactor.it/newsletter/