Colleghi che parlano alle spalle: 5 tecniche per sopravvivere in un posto di lavoro tossico

In un ambiente di lavoro tossico è facile trovare colleghi che parlano alle spalle e questo fa sì che le persone vivano situazioni difficili e si sentano sotto assedio. Pensiamoci bene, generalmente passiamo al lavoro circa la metà della nostra giornata, e gli effetti di queste vessazioni riverberano poi lungo buona parte della nostra giornata anche a casa. 

Uno studio longitudinale durato 20 anni effettuato su 6000 impiegati britannici, ha visto che: quando i loro capi li criticavano ingiustamente, non li elogiavano, non ascoltavano i loro problemi, i dipendenti soffrivano di più di attacchi cardiaci e morte per malattie cardiache. 

Allora andiamo alla parte pratica e vediamo alcune considerazioni che puoi tenere a mente in queste situazioni per salvaguardarti da un ambiente di lavoro tossico e dai colleghi che parlano alle spalle. 

1. Schiva le pallottole

La strategia numero uno per affrontare posti di lavoro privi di umanità è semplice: evitali. Ciò significa che devi pensare a come minimizzare il contatto con questi luoghi e/o personaggi, altrimenti il rischio è di diventare come loro, perché se trascorri la maggior parte della tua giornata a fianco di un cretino… la probabilità di diventare cretino è più che raddoppiata. 

Allora per schivare questa gente puoi o allontanare la scrivania, o lavorare in sale conferenze/spazi pubblici; oppure unirti ad altri che soffrono con te. Ti metti d’accordo con altra gente che come te non ne può più di quel determinato collega, e vi alternate a stargli vicino.  

Ok, non sempre però è possibile schivare i colleghi abituati a parlare alle spalle, allora andiamo avanti con le altre indicazioni. 

2. La rivalutazione

La rivalutazione è un termine noto nell’ambito terapeutico a stampo cognitivo comportamentale,  e ci invita a interpretare in modo diverso la tua situazione. La ratio è che non possiamo forse modificare alcune cose che ci accadono, ma possiamo sempre decidere cosa farcene, come percepirle. Non è una crisi, ma una sfida. Non è una frustrazione, ma un puzzle da risolvere. Non è un capo difficile, ma un bambino irritabile.

Non siamo difronte quindi a una “cura”, ma a una lettura della realtà che ci può portare sollievo. Sono loro che sono di cattivo umore, sono loro abituati a parlare alle spalle, sono loro che hanno dei problemi, sono loro che creano un ambiente di lavoro tossico, non tu.  

3. Parlaci in maniera rallentata

Quando devi confrontarti con il tuo carnefice e lui alza la voce, tu prova a rallentare il tuo discorso, ad abbassare la voce. E tanto più urla, impreca e insulta, tanto più lunghe devono essere le tue pause prima di rispondere alle sue domande, e tanta più calma devi fare trasparire nel tuo modo di porti e parlare: è questa una tecnica che utilizzano i negoziatori di ostaggi quando hanno a che fare con criminali in preda alla rabbia, prova a vedere se ti torna utile.  

colleghi che parlano alle spalle che hanno un confronto

4. Come combattere i colleghi che parlano alle spalle

Se ti trovi a fronteggiare il tuo desiderio di combattere contro queste persone, provo a darti un suggerimento alla luce della ricerca scientifica che è stata effettuata in queste situazioni.  

Dovessimo riassumere il concetto emergente dalle ricerche in due parole, le due parole sarebbero queste: “NON FARLO”. 

Perché? Sono diversi i motivi per cui non ne vale la pena. Innanzitutto è improbabile che funzioni. La ricerca ci dice che quasi il 70% degli sforzi per fermare i boss offensivi non funzionano. 

Trova un altro lavoro, cambia ruolo, evita la persona problematica e avrai più possibilità di metterti su una via migliore per la felicità. 

Se proprio, tuttavia, vuoi vendetta a tutti i costi,  se vuoi essere anche tu prepotente come l’altro… ok, è una tua scelta. Cerca però di farlo seguendo le indicazioni del prossimo punto. 

5. In caso di emergenza

In caso di emergenza, prima di iniziare il conflitto, presta attenzione a tre risorse critiche fondamentali: la potenza, la documentazione e la solidarietà. Vediamole rapidamente. 

La prima è: quanta potenza effettivamente hai? Se sei il cameriere e hai problemi con il tuo datore di lavoro… buona fortuna. Se chi ti tormenta è un tuo pari, invece, potrai assestare un colpo migliore. 

La seconda è la documentazione: evita di dire “lui ha detto, lui ha fatto”; tieni traccia di messaggi di posta, prove reali, tracce concrete di abusi, etc. 

La solidarietà, invece, è la terza e più grande risorsa da considerare. Non combattere da solo, perché la ricerca ci mostra che uno sforzo di squadra per abbattere un cretino è molto più proficuo che essere eroe da solo. 

 

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