Come motivare le persone: 5 suggerimenti per aumentare la loro produttività

Motivare le persone è molto più difficile di quanto possiamo pensare.

Da una parte mantenere uno stile autoritario finisce per creare degli esecutori che di creativo hanno ben poco. Dall’altra investire tutto ed esclusivamente sugli incentivi, quindi premi, bonus, etc. funziona principalmente a breve termine e su obiettivi non troppo difficili o rischiosi.

Condividiamo qui con voi 4 riflessioni tratte dal libro di Pietro trabucchi “Opus”, che insegna ad allenare l’auto motivazione, ma anche fornisce spunti su come accendere la passione in chi ci circonda.

1. Ricorda che il motivatore magico non esiste

Il primo punto è che secondo Pietro Trabucchi il motivatore magico non esiste. Non c’è uno che viene da te, ti fa un bel discorso e – come un medico che ti fa una “punturona di motivina” – tu inizi a camminare sulle acque. Il lavoro da fare è più simile a quello di un giardiniere, che prima semina, e poi con pazienza si prende cura di quanto ha interrato.

Ovviamente in quanto esseri sociali influenziamo la motivazione altrui. Ma i processi che governano questa influenza sono complicati: non basta uno speech ben recitato per intenderci o qualche formula magica e sulla carta istantanea. Servono umiltà, studio, impegno e tempi lunghi.

Più nel dettaglio, il primo step sul quale dobbiamo concentrarci è fare una costante manutenzione delle relazioni. Vediamola nel prossimo punto.

2. Fare una costante manutenzione delle relazioni

Le reazioni non sono “date” una volta per tutte. Vanno continuamente accudite e nutrite, come se fosse un giardino. La manutenzione delle relazioni passa per il comprendere chi sono le persone con cui dobbiamo interfacciarci e interessarci a loro in modo genuino. Questo perché puoi avere un collaboratore che per come è fatto trarrebbe piacere da un leader che incoraggia a 100 all’ora, e chi invece davanti a troppi incoraggiamenti si sente a disagio.

Trabucchi racconta di alcune spedizioni in montagna ad alta quota che non vanno a buon fine. Spesso in questi casi si dice: “É andata male per le condizioni meteo”. In realtà, spesso, la causa è un’altra: il cattivo tempo costringe a stare magari una settimana chiusi in tenda con i compagni. E senza una manutenzione delle relazioni precedente, quella settimana di permanenza a stretto contatto forzato con persone di fatto semisconosciute, diventa stressante e demotivante. A questo punto quando torna il bel tempo, la spedizione è ormai talmente “cotta” da tornare a casa.

3. Farle sentire capaci

Dopo che creiamo una relazione che manuteniamo nel tempo, dobbiamo fare sentire le persone all’interno di quella relazione capaci. Questa sensazione andrà a motivarli, e per favorire questo punto possiamo ad esempio dare obiettivi specifici e personalizzati adeguati a quella persona particolare.

Oppure puoi fornire molti feedback, cioè informazioni che aiutano quella persona a gestire la prestazione. Il feedback è un franco esame di realtà, non ha valutazioni su di te come persona, e ti aiuta a correggere gli errori. Il giudizio invece abbatte il senso di controllo che hai  sulla situazione.

Alcuni per fare sentire capaci i propri compagni di viaggio si spendono in lodi sperticate, o in complimenti non meritati. Dopo un po’ il soggetto, per quanto giovane o inesperto, si accorge della discrepanza tra realtà della prestazione e stimoli che riceve, e comprende che quella del complimento non meritato era una strategia per proteggerlo da una verità troppo amara: tutto questo lo demotiva, ovviamente.

4. Garantisci spazi di autonomia

Una volta che abbiamo la relazione, la manuteniamo e all’interno di essa facciamo sentire capace l’individuo, allora dobbiamo anche garantire la presenza di alcuni spazi di autonomia. In questi spazi l’automutilazione cresce, mentre in un contesto dove tutto è prescritto e devo solo eseguire ordini, allora l’automutilazione si abbatte.

5. Ottimizza la comunicazione tra le persone

Ultima idea, ma non per importanza, è ottimizzare la comunicazione tra le persone.

I social, chat, e mail secondo Trabucchi non ci aiutano per molti motivi, ma soprattutto per il fatto che rendono più povero il messaggio che vogliamo trasferire.

In una spedizione di alpinisti per comunicare si usano le ricetrasmittenti, che rendono la voce metallica azzerando una parte importante del paraverbale. Bene: queste distorsioni comunicative hanno un forte impatto sulla relazione tra le persone e spesso producono una marcata conflittualità.

Il problema è che spesso le interpretazioni non si basano su dati reali: ma la loro base sono gli stati d’animo delle persone che le interpretano. Per esempio se sono stanco e ho avuto una brutta giornata, è più facile che interpreti come provocazione intenzionale quello che non lo è.

Quindi laddove possibile cerchiamo di parlarci dal vivo o comunque di trovare dei mezzi che mantengano intatto il messaggio che vogliamo trasferire.

E tu hai dei consigli su come motivare te stesso e chi ti circonda?

Per approfondire il tema dell’automotivazione, puoi comprare il libro “Opus” di Pietro Trabucchi, a questo link: https://amzn.to/3scBlKV

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